Negli ultimi anni, l’idrogeno è diventato uno dei simboli della transizione energetica. La sua capacità di ridurre drasticamente le emissioni di CO₂ e il ruolo centrale nei piani europei per la decarbonizzazione lo rendono un candidato interessante anche per il settore HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning), tradizionalmente molto energivoro.
Perché guardare all’idrogeno
Il riscaldamento e il condizionamento degli edifici consumano ancora enormi quantità di gas naturale ed elettricità. Integrare l’idrogeno in questi sistemi significherebbe avvicinarsi a un modello più sostenibile.
Se prodotto da fonti rinnovabili, il cosiddetto idrogeno verde non genera emissioni nocive durante l’uso: il risultato della sua combustione è semplice vapore acqueo. Un vantaggio che, unito alla possibilità di riutilizzare parte delle infrastrutture esistenti, lo rende particolarmente attraente per un settore che deve ridurre l’impatto ambientale senza compromettere l’efficienza.
Le innovazioni già in corso
Alcuni produttori hanno sviluppato caldaie alimentate esclusivamente a idrogeno, in grado di sostituire le tradizionali a gas naturale. Altri stanno puntando su soluzioni ibride, in cui pompe di calore elettriche lavorano in sinergia con sistemi a idrogeno per garantire comfort anche nelle condizioni climatiche più difficili.
Un capitolo a parte merita lo sviluppo dei micro-cogeneratori a celle a combustibile, capaci di produrre contemporaneamente energia elettrica e calore, una prospettiva ideale per edifici residenziali o piccoli complessi industriali.
Le sfide da superare
Nonostante le potenzialità, restano alcuni ostacoli. La produzione di idrogeno verde è ancora costosa e limitata, mentre la distribuzione richiede infrastrutture dedicate o l’adeguamento delle reti esistenti.
In parallelo, anche il quadro normativo deve evolversi: servono standard chiari per garantire sicurezza nelle installazioni e nella manutenzione.
Un esempio virtuoso: il Kiwa Hydrogen Experience Centre
Un caso concreto di applicazione dell’idrogeno nel settore HVAC è rappresentato dal Kiwa Hydrogen Experience Centre, situato nei Paesi Bassi. Questo centro funge da laboratorio di formazione e dimostrazione per tecnici e installatori, offrendo un ambiente controllato per testare e perfezionare l’uso dell’idrogeno in impianti domestici.
Il centro è dotato di una casa pilota collegata sia alla rete di gas metano che a una rete di distribuzione dell’idrogeno. Al suo interno, sono presenti due caldaie: una alimentata a gas metano e l’altra a idrogeno puro. Questo setup consente ai professionisti di acquisire esperienza pratica nella conversione degli impianti da metano a idrogeno, affrontando sfide come la modifica delle tubazioni, la regolazione dei bruciatori e la gestione della sicurezza in ambienti domestici.
Uno sguardo al 2030
È improbabile che l’idrogeno sostituisca completamente l’elettrificazione, ma è realistico immaginarlo come tecnologia complementare. In tutti quei contesti in cui le pompe di calore non bastano — edifici storici, aree con climi rigidi, impianti industriali ad alta richiesta di calore — l’idrogeno potrebbe rappresentare la risposta più efficace.
Guardando al futuro prossimo, la riduzione dei costi di produzione e l’ampliamento delle infrastrutture potrebbero portare entro il 2030 a una diffusione crescente di sistemi HVAC alimentati a idrogeno.
Conclusione
Il futuro dell’idrogeno nel settore HVAC non va visto come un’alternativa esclusiva, ma come un tassello fondamentale di un mosaico energetico più ampio, in cui efficienza, elettrificazione e rinnovabili si integrano tra loro.
Per aziende, progettisti e installatori sarà fondamentale restare aggiornati su questa evoluzione per cogliere le nuove opportunità e contribuire attivamente alla transizione energetica.


